Nemmeno la crisi dei consumi affievolisce l’amore degli italiani per il vino. A confermare questo idillio, è lo studio condotto dalla BocconiTrovato&Partners per il Centro Studi Veronafiere-Vinitaly che ha chiesto a 1000 italiani quale fosse il proprio rapporto con la bevanda, le motivazioni e le abitudini di acquisto ad essa legate. Non stupisce che sette italiani su dieci dicano di apprezzare il vino; per il 42,7% è un’abitudine quotidiana, mentre, per il 17,3% che lo consuma 2 o 3 volte a settimana, il vino è sinonimo di socialità legato al divertimento ed al relax.
Per quanto riguarda il confezionamento del vino, emerge nelle interviste una preferenza per il vino imbottigliato in vetro ed il tappo in sughero. Un’immagine senz’altro tradizionale, affettuosa quasi, ma in controtendenza rispetto alle ultime tendenze della ricerca: chiusure alternative e packaging più pratici che nostalgici.
Il superamento del sughero ad esempio, indissolubilmente legato all’idea del vino stesso, è ora dovuto a spinte di natura tecnica ed ecologica, come nel caso del progressivo alleggerimento delle bottiglie: l’industria del vino cerca un rapporto con l’ambiente più sano. Tappi di vetro o a vite sono già presenti sul mercato, e spingono sempre di più: perché si evita il “sapore di tappo”, perché più pratici e veloci. Chissà se questo basterà per convincere i più riluttanti al cambiamento, in un settore dove parole come classicità e tradizione rappresentano un vero e proprio valore aggiunto.
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